È un canzone inclusiva e non divisiva. Inno alla Resistenza, non al comunismo

«Bella ciao, nel corso degli anni, ha assunto sempre più il ruolo di canzone inclusiva, non divisiva, perché racchiude i principi fondamentali della Resistenza, fatta sì da una minoranza,ma che ha rappresentato il riscatto di un popolo intero. La Resistenza ha portato alla Repubblica, poi alla Costituente e quindi alla Costituzione, che è il codice morale e politico di tutto il popolo italiano».

Ubaldo Baldi, presidente del comitato provinciale Anpi Salerno, non ha dubbi: «Il senatore Iannone ha perso l’occasione di stare zitto».

Presidente, quindi cantare Bella ciao a una cena tra insegnanti non è una vergogna?

«Certamente No».

Peraltro, la canzone si è ormai diffusa nel mondo ed è cantata in altre lingue…

«Anche in Iran le donne la cantano. Non conosco le parole con le quali l’hanno adattata alla loro condizione, ma viene identificata come una canzone di liberazione dalle dittature».

Allora Iannone sbaglia?

«È veramente specioso voler rappresentare una canzone quale è Bella ciao come una canzone comunista. Non è una canzone comunista, è la canzone della Resistenza. E la Resistenza l’hanno fatta anche i partigiani cattolici, i partigiani liberali, i partigiani monarchici. Sono morti carabinieri, poliziotti e altri. Oggi è il contrario: trovare i comunisti all’interno degli antifascisti mi sembra veramente ridicolo».

Quindi non ritiene che sia diseducativo intonarla in una cena tra professori?

«Prima di tutto, si trattava di un momento conviviale e non ufficiale della scuola. Erano amici che si sono trovati e che probabilmente hanno intonato Bella ciao come simbolo di liberazione, di partecipazione, in un momento difficile come questo, con la guerra alle porte e i cambiamenti climatici che sembrano catastrofici. Iannone ha perso l’occasione, come al solito,di stare zitto».

Ha torto o ragione il senatore di Fdi quando dice che «sono rimasti solo comunisti?»

«Come Anpi non ci sentiamo comunisti. Forse al nostro interno c’è qualcuno che ancora si richiama al comunismo, ma non siamo un’organizzazione comunista. È difficile pensare una cosa del genere. Al contrario…».

Cosa?

«Sappiamo che ci sono dei rigurgiti di fascismo. Non vogliamo identificare tutto come fascismo, però alcuni aspetti della politica di questo governo, che è un governo di estrema destra, sono aspetti autoritari. E la politica di egemonia che stanno facendo, di conquista del potere con l’asservimento di molta parte della stampa, è preoccupante».

Chi Sono gli iscritti all’Anpi?

«Quest’anno c’è un aumento di richieste di iscrizioni rispetto allo scorso anno, che già aveva fatto registrare un incremento. I nostri iscritti sono aumentati rispetto all’anno scorso del 10% a livello provinciale. Ci sono 15 sezioni e circoli dell’Anpi in provincia di Salerno. Siamo ben vivi e ben presenti. Martedì inauguriamo la sezione del Vallo di Diano, intitolata a due partigiani della zona. L’Anpi non è fatta solo da anziani: questo è un gruppo di giovani impegnati a livello sociale».

Ed è sicuro che non siano comunisti?

«No (ride, nda), penso proprio di no».

di Giovanna Di Giorno da “Il Mattino”

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